Le religioni rivelate e la filosofia da una parte e le scienze dall'altra hanno sempre cercato di rispondere alle stesse domande: Dio, la nascita e la fine del cosmo, l'infinito, il senso della presenza dell'uomo sulla Terra. La contrapposizione di fede e ragione, che nell'Ottocento pareva inconciliabile, grazie alle acquisizioni della fisica del Novecento ha lasciato il posto a un dialogo che ammette molti punti di convergenza, tanto da arrivare alla connessione tra matematica e teologia attraverso la teoria dell'infinito.
Il matematico Piergiorgio Odifreddi sottopone il pensiero religioso d'Occidente e d'Oriente al vaglio degli ultimi sviluppi delle scienze esatte (dalle prove dell'esistenza di Dio all'eternità dell'universo, ai concetti di Infinito e di Nulla), arrivando a scoprire che le più recenti teorie cosmologiche sembrano dar ragione alle antiche mitologie. E se non tutti i cosmologi accettano l'idea che l'universo abbia avuto un'origine, i sistemi religiosi più profondi, come il buddhismo, ne postulano l'eternità. Per la fisica moderna il vuoto e il nulla sono la naturale culla dell'esistenza; e scienziati come Bohr, Bohm e Schrodinger hanno dimostrato che l'esperienza matematica si sviluppa come quella mistica, attraverso i tre momenti della concentrazione, della meditazione e dell'illuminazione. La vera realtà è dunque la coscienza, e anche gli esperimenti piú oggettivi sono osservazioni introspettive. Se la teoria degli insiemi rappresenta il punto di arrivo matematico della discussione sull'infinito, inversamente la ricerca del Buddha si basa su una fenomenologia scientifica, e le concezioni della moderna scienza occidentale erano già note agli induisti. Con una conclusione: se nella matematica risiede la spiegazione ultima delle cose, la vera religione è matematica, e il resto è superstizione.
(Da un breve commento al libro di «Piergiorgio Odifreddi, "Il Vangelo secondo la Scienza", Le religioni alla prova del nove, Einaudi» che si trova sul sito http://www.einaudi.it)
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Il matematico Piergiorgio Odifreddi sottopone il pensiero religioso d'Occidente e d'Oriente al vaglio degli ultimi sviluppi delle scienze esatte (dalle prove dell'esistenza di Dio all'eternità dell'universo, ai concetti di Infinito e di Nulla), arrivando a scoprire che le più recenti teorie cosmologiche sembrano dar ragione alle antiche mitologie. E se non tutti i cosmologi accettano l'idea che l'universo abbia avuto un'origine, i sistemi religiosi più profondi, come il buddhismo, ne postulano l'eternità. Per la fisica moderna il vuoto e il nulla sono la naturale culla dell'esistenza; e scienziati come Bohr, Bohm e Schrodinger hanno dimostrato che l'esperienza matematica si sviluppa come quella mistica, attraverso i tre momenti della concentrazione, della meditazione e dell'illuminazione. La vera realtà è dunque la coscienza, e anche gli esperimenti piú oggettivi sono osservazioni introspettive. Se la teoria degli insiemi rappresenta il punto di arrivo matematico della discussione sull'infinito, inversamente la ricerca del Buddha si basa su una fenomenologia scientifica, e le concezioni della moderna scienza occidentale erano già note agli induisti. Con una conclusione: se nella matematica risiede la spiegazione ultima delle cose, la vera religione è matematica, e il resto è superstizione.
(Da un breve commento al libro di «Piergiorgio Odifreddi, "Il Vangelo secondo la Scienza", Le religioni alla prova del nove, Einaudi» che si trova sul sito http://www.einaudi.it)
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